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      Il mercante deve esistere, ma deve non fare distinzione tra cittadino e cittadino nello svolgimento della sua attività naturale: egli è oggetto di privilegio, non può diventare datore di privilegio, egli è scelto, non può scegliere. In quanto esce da questo ambito compie un atto di volontà, esce dalla natura, deve essere punito. Ma il codice civile e penale, compilati dopo la Rivoluzione francese, non sono abituati a tale genere di reati: il codice civile e penale sono in dipendenza di una forma di proprietà privata che ha subito innovazioni profonde, che è stata liberata dai vincoli di privilegio mercantile. Il mercante di tempo di guerra, come il mercante del periodo feudale, nuoce piú essenzialmente di quanto possa fare il mercante in libera concorrenza: attenta alla vita, non solo alla borsa. Il macellaio che del manzo ricevuto sotto il vincolo del privilegio, fa due parti: una della carne migliore, per un ristretto numero di eletti, che cosí non mancheranno mai del necessario e del superfluo e sono messi fuori dei rischi di guerra; e l'altra della carne scadente, ossa comprese, per l'Innumerevole che deve contendersi individualmente la preda con gli agguati mattutini; questo macellaio non può cadere sotto le sanzioni dei moderni codici. Egli straccia un contratto sociale che non è contemplato in questi codici. Egli si fa datore di vita a Tizio piú che a Sempronio, egli cade sotto un codice naturale che è quello del taglione.
      Noi constatiamo, non auguriamo né ci proponiamo.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





Rivoluzione Innumerevole Tizio Sempronio