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      Il cittadino Donato Bachi disprezza, nell'esaltazione del suo delirio dionisiaco, il popolo tedesco corruttore della «cultura»; vigliacco, basso popolo che s'arrende come uno schiavo frustato, che non vuole piú resistere, che non vuole piú fabbricare armi e munizioni e toglie cosí all'industria nazionale delle forniture militari il diritto di svilupparsi per resistere alla crisi economica del dopoguerra. Vigliacco, schiavo popolo che dove giunge corrompe la cultura. Il cittadino Donato Bachi vendemmia nelle pubblicazioni della cultura nazionale edizione Sonzogno e Nerbini e pigia, pigia, invasato delle dottrine nietzschiane non travisate e bene intese. Aveva ragione Nietzsche; il popolo tedesco è basso, tanto che il cittadino Donato Bachi confonde «cultura», che in italiano significa sapere, con «Kultur», che in tedesco corrisponde alla parola «civiltà»; il popolo tedesco è schiavo, perché — corretto l'errore dell'opuscolo — corrompe, dove giunge, la civiltà dionisiaca ellenica esprimentesi nel trionfo della bellezza e di una gerarchia sociale di eroi e di schiavi, degli eletti per l'intelligenza, la fantasia, la vita etica sublime, e degli strumenti senza anima, senza volontà, senza volontà spirituale; è abietto perché appunto tenta dissolvere una gerarchia sociale superata e arretrata, corrompendo la civiltà degli junker, dei fornitori militari, dei principi, dei burocratici, del Kaiser, eroi dionisiaci che resistendo fieramente, senza flettere, avrebbero permesso all'industria nazionale italiana di svilupparsi e di attingere le cime.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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