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      Ma andranno poi molti o pochi o uno solo, dei tranvieri, a marciare, onorata divisa e bandiera in testa, dalla sacrestia del santuario all'altare della Consolata, per ritornare in sacrestia dopo aver ascoltato il discorso d'occasione del reverendo padre Righini?
      (11 giugno 1919).
     
     
      VALORI
     
      Un agente di borsa, in un giornale italo-francese di Roma, aveva annunziato, con grande sfoggio di entusiasmo lirico-commerciale, il grande evento che si approssimava. L'evento accadde: il figlio unico di un industriale torinese (uno dei «re» dell'industria italiana, proprietario di duecento milioni) si unķ in legittime e fauste nozze con una nobildonna romana. Ma allo squillo preventivo degli oricalchi trionfali non segui l'attacco orchestrale. Tutt'altro. Seguirono invece rumorose proteste di gente spaventata: l'insolenza dei nuovi ricchi stimola la «foruncolosi bolscevica»; questa gente che, approfittando di circostanze eccezionali, č riuscita con molta abilitą, con poco lavoro e con niente scrupoli a guadagnare milioni e milioni, ha messo su una boria e un'insolenza non affatto minore di quella dell'aristocrazia e non solo butta il danaro, troppo facilmente «intascato», in spese pazze senza accorgersi che intorno a lei il paese soffre angosciosamente di dolori e di disagi; ma pretende anche di essere riverita e inchinata e di portare attorno la tronfia vanitą dei suoi biglietti di banca senza che gli onesti protestino e se ne adontino.
      Come rappresentanti della «foruncolosi bolscevica», teniamo ad esprimere la nostra opinione sullo scandalo delle nozze tra i duecento milioni torinesi e il blasone romano.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





Consolata Righini Roma