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      E diciamo subito che non siamo stimolati all'odio e al furore, ma invece a una infinita e tenera pietà. Due giovani si sposano, due creature umane uniscono i loro destini? Ma no, sono due valori di borsa che si combinano, che si fondono. Come umanità i due valgono zero: devono essere integrati, devono essere «valorizzati». Egli, per valere qualcosa, ha bisogno di cento milioni, per essere apprezzato deve issarsi su un piedistallo di monete d'oro fino a cento milioni. Ella, anche ella, non vale come umanità, come bellezza, come grazia insostituibile, peculiarmente attuale nella sua personalità, nel suo spirito, nelle sue fattezze insostituibili: anche ella vale se integrata da un titolo, da una tradizione, da un palazzo, da una clientela di parassiti, di adulatori disfattieri, di giornalisti. L'umanità è abolita, l'umanità è offesa: l'umanità è ridotta in cifre, è un gioco di borsa, è il termine di un contratto mercantile. Un matrimonio equivale alla fusione di due istituti di credito o di due aziende industriali, e cosí viene presentato, cosí viene strombazzato dai giornalisti lacchè delle casseforti. L'insolenza, la tronfiezza boriosa è in ciò, piú che nella esibizione dei milioni mal guadagnati: il mal guadagno dipende da tutto il regime, da tutto l'organismo economico-politico. L'insolenza è individuale verso tutti gli uomini come tali. E i poveri borghesi che protestano, non per ciò protestano, ma perché non hanno avuto la mancia, perché non sono stati invitati al pranzo o perché invidiano il vitello d'oro.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742