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      E lo Stato è impotente a difendersi. La paura degli uni lo fa precipitare nelle braccia degli altri, la famosa coscienza educativa dello Stato liberale non esiste piú che nei discorsi dei pedagogisti massoni convertiti alla sacrestia, la scuola si rivela sempre piú organo essa pure del dominio di classe e di una classe che non può piú dominare che con l'appoggio di quelli che erano ieri i suoi piú acri nemici. Sono cose che è bene siano conosciute dagli operai, in molti dei quali permane un sentimento di venerazione cieca, di feticismo quasi per la scienza borghese e per i suoi organi; gli operai debbono sapere che da quella parte non esiste piú che illusione, che organi nuovi di cultura e di educazione, vivi e vitali, tocca a loro di crearli.
      (7 marzo 1920).
     
     
      CRONACHE, STORIE E FALSE STORIE
     
      Uno scrittore della «Stampa» ha fissato le Trasformazioni del bolscevismo. Lo scrittore della «Stampa» ha raccolto e coordinato una montagna di notizie, citando soltanto da fonti ufficiali bolsceviche: l'«Economiceskaia Gizn», la «Pravda», le «Isvestia». Il quadro risultante dalla raccolta e dalla coordinazione è spaventoso: rovina, miseria, annientamento della classe operaia russa, sfacelo dell'apparato industriale.
      Lo scrittore della «Stampa» potrebbe essere rassomigliato al padre Bresciani, della Compagnia di Gesú; se non ci fosse tra i due questa differenza: il padre Bresciani raccoglieva e coordinava sulla rivoluzione liberale italiana notizie tratte dai giornali dei gesuiti, nemici dei liberali; lo scrittore della «Stampa» trae le notizie dagli stessi giornali bolscevichi; il padre Bresciani era un povero di spirito, digiuno di studi storici e filosofici (il disgraziato padre non possedeva ancora quel perfezionato strumento di ricerca che è il metodo storico); lo scrittore della «Stampa» è un maestro del metodo storico, è un maestro delle discipline storiche e filosofiche.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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