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      Questi sentimenti costituiscono l'«onore» della nostra società. Ma che un uomo, presunto per ladro, sia accoppato a fucilate dal proprietario di una villa, che è stato disturbato nei suoi sonni e che rimane sconosciuto, ciò non turba la coscienza degli uomini civili.
      Lo Stato ha abolito la pena di morte. L'abolizione della pena di morte è evidentemente un segno di costume civile, è segno che la personalità vivente dell'uomo è comunemente stimata essere un bene superiore ad ogni altro, incommensurabile anzi con ogni altro bene. La classe borghese, garantitasi con la forza di Stato la proprietà, sommo per essa di tutti i beni, ha in seguito garantito a tutti la vita. Perciò lo Stato dei borghesi dispone ai fini suoi della vita dei cittadini ch'esso difende. Ma supponete lo Stato andare in sfacelo, e questa condizione di cose, questa gradazione di valori vi si rivelerà, crudamente. Ecco la pena di morte ristabilita per parte del privato che piú della vita dell'uomo stima cento altri beni: la proprietà, la tranquillità, la buona digestione, il sonno pacifico ch'è stato rotto da un'ombra introdottasi in un giardino del vicinato. Perciò contro i ladri o presunti tali, oggi i privati fanno anche le fucilate e nessuno si ribella, e a tutti la cosa pare la piú naturale del mondo.
      La coscienza del valore assoluto della persona vivente chi ce la renderà se non chi a tutti saprà egualmente garantire i beni materiali?
      (8 luglio 1920).
     
     
      UNA RISERVA MENTALE
     
      È un vero peccato che alle assemblee del Partito popolare non possano presenziare altro che quelli che hanno la tessera.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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