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      Si è creata un'unità e simultaneità di crisi nazionali che rende appunto asprissima e irremovibile la crisi generale. Ma esiste uno strato della popolazione in tutti i paesi — la piccola e media borghesia — che ritiene di poter risolvere questi problemi giganteschi con le mitragliatrici e le revolverate, e questo strato alimenta il fascismo, da gli effettivi al fascismo.
      In Ispagna l'organizzazione della piccola e media borghesia in gruppi armati si è verificata prima che in Italia, è stata iniziata già negli anni 1918 e '19. La guerra mondiale ha piombato in una crisi terribile la Spagna prima che gli altri paesi: i capitalisti spagnoli avevano infatti saccheggiato il paese e venduto tutto il vendibile già nei primi anni della conflagrazione. L'Intesa pagava meglio di quanto potessero pagare i consumatori poveri spagnoli, e i proprietari vendettero all'Intesa tutta la ricchezza e la merce che avrebbe dovuto servire alla popolazione nazionale. La Spagna già nel 1916 era uno dei paesi europei piú ricchi finanziariamente, ma piú poveri di merci e di energie produttive. Il movimento rivoluzionario divenne impetuoso, i sindacati organizzarono la quasi totalità della massa industriale, gli scioperi, le serrate, gli stati d'assedio, lo scioglimento delle Camere del lavoro e delle Leghe, gli eccidi, le fucilate nelle strade divennero il tessuto quotidiano della vita politica. Si formarono i fasci (i somaten) antibolscevichi; essi si costituirono inizialmente, come in Italia, con personale militare, preso dai clubs (juntas) degli ufficiali, ma rapidamente allargarono le loro basi, fino ad arruolare, come a Barcellona, 40.000 armati.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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