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      L'errore gravissimo di valutazione, il grossolano equivoco, ignoranza imperdonabile per chi ha il «tic» del realismo, condannano il leader fascista a veder fallire tutti i suoi sforzi per entrare in qualche modo attivamente nella realtà delle lotte politiche, riflesso della realtà delle lotte economiche. Lo sviluppo fascista — non del suo fascismo piccolo-borghese e collaborazionista, ma di quello che si identifica col terrore bianco dei capitalisti agrari, colla reazione armata che ha spezzato ogni attività proletaria in Emilia, Toscana, Veneto, ecc. — gli ha dato l'importanza di un capitano di ventura medioevale o di un Machno a proporzioni ridotte.
      Ma ora che il fascismo si va sgretolando, per naturale conseguenza dello sviluppo della lotta di classe, egli e la sua frazione vanno perdendo l'importanza politica che avevano come capi diretti e rappresentanti parlamentari del movimento antiproletario specie nelle zone agricole.
      Mussolini e il suo gruppo vedono il loro avvenire nell'organizzazione dei ceti medi, cioè nel tentativo dei ceti medi di resistere alla proletarizzazione, che è portato fatale dello sviluppo storico del capitalismo.
      Legalità29
     
      Fin dove la legalità afferma i suoi limiti? Quando questi non sono piú rispettati? È certo difficile fissare qualunque limite, dato il carattere assai elastico che assume il concetto della legalità. Per ogni governo tutto ciò che si manifesta nel campo dell'azione contro di esso sorpassa i limiti della legalità. Epperò si può dire che la legalità è determinata dagli interessi della classe che detiene in ogni società il potere.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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