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      I tessili, gli operai chimici, i metallurgici della Lombardia, della Liguria, della Venezia Giulia sanno cosa è costato loro l'aver lottato da soli contro la classe padronale. Nessuna propaganda per il fronte unico è stata migliore di quella fatta in questi ultimi mesi dalla realtà degli avvenimenti medesimi. Si sono rovesciati diversi ministeri, si è creduto di trovare un limite alle pretese industriali, nominando un'apposita commissione d'inchiesta, ma tutte le promesse, tutti i tentativi si sono risolti su questo terreno a danno degli operai. La realtà dunque ha persuaso il proletariato alla lotta generale. Sotto la spinta di questa convinzione, penetrata nella coscienza degli operai, anche i piú avversi al fronte unico hanno dovuto modificare il loro atteggiamento ed orientarsi, nolenti o volenti, verso l'azione di tutte le forze operaie, schierate su un unico campo di lotta. La medesima forza suggestiva dell'unità ha dato origine in Italia all'organismo dell'Alleanza del lavoro, in cui gli operai ripongono oggi tutte le loro speranze di lotta. L'Alleanza del lavoro è come la nuova fortezza, nella quali la classe operaia spera finalmente di trovare la ragione della sua sicurezza. Grande è perciò il compito dell'Alleanza del lavoro in questo momento decisivo per la vita del proletariato italiano. I metallurgici del Piemonte e della Lombardia chiedendo a fianco loro l'intervento dell'Alleanza del lavoro, non lo hanno fatto certamente a scopo di minaccia, per ottenere un atto di solidarietà molto vaga, ma nella ferma persuasione che solo combattendo sotto la bandiera dell'unità proletaria oggi è possibile fronteggiare l'offensiva padronale.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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