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      Quante di queste «pecore» dicono: «Oh! avessi io il potere anche per un giorno solo», ecc.; essere «giustizieri» implacabili č l'aspirazione di chi sente l'influsso di Montecristo.
      Adolfo Omodeo ha osservato che esiste una specie di «manomorta» culturale, costituita dalla letteratura religiosa, di cui nessuno pare voglia occuparsi, come se non avesse importanza e funzione nella vita nazionale e popolare. A parte l'epigramma della «manomorta» e la soddisfazione del clero che la sua speciale letteratura non sia sottoposta a un esame critico, esiste un'altra sezione della vita culturale nazionale e popolare di cui nessuno si occupa e si preoccupa criticamente; ed č appunto la letteratura d'appendice propriamente detta e anche in senso largo (in questo senso vi rientra Victor Hugo e anche il Balzac).
      In Montecristo vi sono due capitoli dove esplicitamente si disserta del «superuomo» d'appendice: quello intitolato Ideologia, quando Montecristo si incontra col procuratore Villefort; e quello che descrive la colazione presso il visconte di Morcerf al primo viaggio di Montecristo a Parigi. Č da vedere se in altri romanzi del Dumas esistono spunti «ideologici» del genere. Nei Tre moschettieri, Athos ha piś dell'uomo fatale generico del basso romanticismo: in questo romanzo gli umori individualistici popolareschi sono piuttosto solleticati con l'attivitą avventurosa ed extralegale dei moschettieri come tali. In Giuseppe Balsamo, la potenza dell'individuo č legata a forze oscure di magia e all'appoggio della massoneria europea, quindi l'esempio č meno suggestivo per il lettore popolaresco.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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