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      I sindacati fascisti, nei limiti delle possibilità oggi esistenti, non possono essere conquistati; si può nel loro seno svolgere soltanto una attività di riflesso, tendente, in linea generale, a disgregarli e questa attività in gran parte non può neppure essere pubblica e non può dar luogo alla formazione di frazioni che operino per modificare costituzionalmente la struttura delle corporazioni.
      I comunisti continuano dunque a lavorare nella Confederazione generale del lavoro «per mantenere in vita il sindacalismo di classe, per dare ad essa una direttiva conforme alle necessità della lotta rivoluzionaria del proletariato, per richiamare negli antichi quadri i lavoratori che per apatia e per violenza avversaria se ne sono allontanati». Essi non hanno mai pensato ad abbandonare la Confederazione, nonostante che a Torino, per esempio, la burocrazia confederale abbia, forse piú del fascismo, contribuito a togliere al partito comunista la sua legalità di fatto. I comunisti si meravigliano anzi che, alla vigilia della campagna per il prossimo congresso confederale, l'Avanti! senta la necessità di fare questa strabiliante scoperta, che sarà naturalmente... sostenuta dai riformisti e sarà diffusa in certe zone proletarie, dove la nostra smentita non può giungere. Alla vigilia del congresso, ciò è molto sintomatico, per comprendere la reale volontà di lotta, anche nel seno della Confederazione, che anima lo scrittore dell' Avanti!, mio contraddittore, e la burocrazia sindacale massimalista che si nasconde alle sue spalle.


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Sul fascismo
di Antonio Gramsci
pagine 418

   





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