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      Finiranno col noiarli tanto, che diventeranno cattivi e non faranno davvero più piovere!" Questa febbrile ansietà finì per commuovere me pure e cominciai a desiderare ardentemente la pioggia. Tutti i giorni andavo a visitare i campi di granturco, che andavano di male in peggio. Alla fine fu portato in processione S. Antonio da Padova; mentre l'imagine veniva ricondotta al convento di S. Pio, un frate dell'ordine di S. Agostino predicava sulla scalinata della chiesa, alla luce delle fiaccole. La strada era gremita di popolo e gli ascoltatori si erano arrampicati financo su gli alberi; il monaco che gesticolava, l'imagine del santo, le croci nere, le bianche sottane dei chierici, gli scialli rossi delle donne, la tremula luce delle fiaccole, gli alberi scuri sotto il turchino cupo del cielo, e tutta una popolazione implorante da Dio la pioggia, formavano una delle scene più pittoresche che abbia mai visto. Finalmente il terzo giorno il cielo si coprì di nuvole, cominciò a tuonare e cadde una pioggia di una violenza veramente tropicale.
      Sembra però che gli dei, o i santi che li hanno oggi rimpiazzati, non concedano favori senza pretendere vittime. E così[36] avvenne in questo caso: la pioggia fu accompagnata da un terribile ciclone, fenomeno stupendo che ebbi modo di osservare, perchè mi trovavo fuori a cavallo: una massa nera di nubi scese dai monti Volsci, avvolse la valle e devastò con la grandine una vasta estensione di vigneti. Da allora, quasi tutti i giorni, nel pomeriggio, scoppiò sui monti un uragano, accompagnato da tuoni e da lampi: al sopraggiungere di ogni nuovo temporale le campane di tutte le chiese venivano suonate a stormo.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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