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      I pellegrini, stanchi, giacciono, in pittoreschi gruppi, sul nudo terreno, attorno alle colonne, sui gradini degli altari davanti alla cappella; ed i vari costumi, le diverse etą, l'espressione delle loro fisonomie[54] formano un quadro vivente, che punge la curiositą ed invita alla riflessione. Intanto un frate agostiniano, seduto davanti ad un piccolo tavolo, vende indulgenze e riceve offerte per le messe, incassando con indifferenza il danaro del povero.
      Davanti alla chiesa stanno altri gruppi seduti o distesi sulla nuda terra, mentre nuovi pellegrini arrivano ancora. Si succedono senza posa durante il giorno, e nella notte che precede la festa, e l'accento solenne dell'inno latino rompe il silenzio, mentre sulla piccola cittą sembra regnare una atmosfera di mistica e profonda melanconia. Eppure questo torrente che spinge tante migliaia di persone da lontani paesi verso la stessa meta, ha in sč qualche cosa di consolante, come qualunque manifestazione armoniosa dell'anima umana, anche nel dolore.
      Le case del paese non bastano ad alloggiare tutti i pellegrini, e a tarda notte si vedono questi uomini, abituati ai disagi, distesi a gruppi sul selciato duro e disuguale. Se ne vedono nelle strade, in mezzo alle piazze, intorno alle fontane, offrendo, in proporzioni ridotte, lo spettacolo di una fermata notturna di un popolo migrante. Ma č un'antica legge celeste che piova, quando l'umanitą si riunisce per solennizzare qualche festa, perchč non vi č[55] maggior burlone del cielo, quando guarda di lassł il bizzarro agitarsi dei miseri mortali.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270