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      I pellegrini si erano appena coricati alla meglio, quando cominciò a piovere. Allora avvenne una fuga generale in mezzo alla confusione ed ai lamenti, tutti in massa si precipitarono alla ricerca di un portone o di un tetto sporgente ove ripararsi. E quanti di quegli infelici, esausti dalla fatica, per miseria o per averne fatto il voto, rimasero digiuni!
      La mattina dopo, la festa incomincia con la messa solenne e con una specie di vendita religiosa. All'entrata della chiesa vengono venduti gioielli d'oro, imagini sante, corone, ampolline della grossezza di un dito, contenenti olio delle lampade che ardono davanti al quadro della Madonna. La folla le acquista avidamente per un baiocco, quale rimedio infallibile contro tutte le infermità.
      Nel pomeriggio, musica suonata da una banda sulla piazza, e poi l'inevitabile tombola o lotteria, ed alla sera fuochi artificiali. Quindi anche i pellegrini ballano allegramente sotto le piante del parco, ma la maggior parte preferiscono far ritorno alle lor case, appena recitate le preghiere ed offerti i loro doni. Si vedono ripartire cantando, in gruppi come quando sono venuti, tutti infiorati da quei mazzi di rose e[56] garofani artificiali, che si vendono in tutte le feste pubbliche del mezzogiorno. Nel ritorno, giunti al punto da dove per l'ultima volta si può vedere Genazzano, s'inginocchiano, con le mani appoggiate ai loro bastoni e dicono in silenzio la preghiera d'addio. Tale scena, all'aria aperta mi è sembrata la più bella di tutte.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





Madonna Genazzano