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      Appena sceso all'albergo, mi recai alla casa indicatami: la bella e graziosa fanciulla stava appunto alla finestra. Salii le scale e trovandomi solo con lei nella prima stanza, senza scorgere l'ombra di un prete, le feci prima di tutto i saluti dell'amico nella miglior forma possibile, poi[94] tirai fuori la lettera e gliela consegnai. La poveretta era visibilmente imbarazzata: prese la lettera, e divenuta pallida, poi rossa, senza dire una parola, entrò nella stanza vicina e di lì a poco riapparve pregandomi di entrare. Appena entrato mi trovai di fronte al prete, che stava coricato in un letto tutt'altro che pulito: egli aveva in mano la lettera d'amore, che stava leggendo attentamente.
      Capii subito che la povera ragazza stava sotto la dispotica influenza del fratello; che brutte scene dovevano esser accadute in quella casa e che la giovinetta non aveva la forza morale di sottrarsi alla dura tirannia del reverendo. Questi, che avrebbe potuto essermi molto utile per darmi informazioni sulla storia e sulle cose più notevoli della città, mi accolse con molta freddezza e con una certa inquietudine, ed io lasciai poco dopo la casa, dolente di avere con la mia intromissione confuso maggiormente le fila di quell'innocente intrigo amoroso. Per fortuna trovai altre persone che si offrirono di servirmi di guida in Ferentino, e così potei visitare in lungo ed in largo quest'antichissima città del Lazio.
      Ferentino, anche oggi importante sede vescovile, si compone di un laberinto intricato di strade, per la maggior parte strette, interrotte qua e là da qualche piazza.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





Ferentino Lazio