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      La tradizione attribuisce questo genere di costruzione degli antichissimi tempi latini, ai tempi di Saturno, e li sbalza addirittura fuori del periodo della civiltà storica. Però la scienza, che in Italia si occupa[108] tanto di ricerche intorno agli Indo-Germanici e ai Pelasgi, è costretta a confessare di non saper nulla intorno a quei popoli che hanno costruito quelle opere colossali. La loro vista sola basta a convincerci che una razza che potè costruire tali mura, doveva già possedere un'importante cultura e leggi ordinate.
      La vicinanza tra di loro di queste città ciclopiche sparse per tutto il Lazio dimostra che in tempi antichissimi esistette in questa regione un gran numero di repubbliche o comuni autonomi di cui ignoriamo le scambievoli relazioni, ma dalla costruzione di tali immense fortificazioni possiamo dedurre come esse fossero continuamente in guerra fra loro, ed esposte soprattutto alle invasioni dei malviventi per le loro posizioni isolate e malsicure. Se si volesse stabilire una proporzione esatta fra la forza degli uomini e le dimensioni delle loro opere, si dovrebbe supporre essere stati giganti coloro che costruirono quelle mura, o che le assaltavano con nemico furore, ma queste costruzioni appartengono al periodo delle opere colossali, con le quali s'iniziò la civiltà umana presso tutti i popoli ed in tutte le parti del mondo, finchè poi dalla grandezza materiale salì a quella che con mezzi perfezionati produce opere belle ed artistiche.[109] Non si dovrebbero far risalire queste opere ciclopiche a tempi remotissimi; forse furono costruite nel Lazio dopo la fondazione di Roma.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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