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      In tale quiete perfetta, anzi in quella completa solitudine, in quei luoghi misteriosi, testimoni di un'antichissima civiltà, si prova vivamente l'impressione del sublime. Non parlerò nemmeno del piccolo duomo che sorge solitario da un lato della piazza con un bizzarro campanile ed una facciata che appartiene al secolo XVIII. Una larga gradinata di pietra conduce alla porta della chiesa. Purtroppo nell'interno tutto è rimodernato, e con dispiacere dovetti riconoscere che, anche nei luoghi più remoti del Lazio, la falsa ambizione dei preti e dei comuni ha guastato, restaurandole, le venerate reliquie dell'antichità. La mania di seguire la moda che distrugge a poco a poco i costumi nazionali,[111] si attacca dovunque, anche ai fabbricati, che rimoderna con facciate senza stile, e ne guasta l'interno con puerili pitture dai colori stridenti come nella Roma moderna, dove per mancanza di gusto si gareggia coi Siciliani.
      Girai per le strade di Alatri e la città mi piacque sempre più. Essa è circondata da giardini abbastanza ben coltivati, e nell'interno una vita vivace ed operosa rivela un'agiata condizione economica e, siccome in tutti questi luoghi dalla qualità del pane e del vino, come alimenti principali, si può con ragione dedurre quali siano le condizioni economiche del paese, mi persuasi che gli Alatrini non soffrono miseria. Non mi ricordo di essere stato importunato ad Alatri da nessun mendicante, come succede nella Sabina e nei monti Albani, dove essi vi seguono a frotte.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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