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      [119]Il sole dall'alto del limpido cielo lasciava cadere delle striscie di luce in quella profondità e vedevo delle bianche farfallette svolazzare allegramente qua e là fra le piante di quello strano bosco sprofondato laggiù. Tralci fioriti coprivano i rami di questi alberi che, a quanto si assicura, sono alti fino trenta piedi, e pure visti dall'alto sembrano piccoli arboscelli. Quella splendida fioritura cresciuta a quella profondità, i selvaggi sentieri che si confondevano come un laberinto nell'oscura boscaglia, lo svolazzare delle farfalle nate laggiù, seducevano la fantasia che si figurava in quel magico boschetto sotterraneo un paradiso di fate ed un giardino di delizie per Oberon e Titania.
      Laggiù scaturiscono abbondanti sorgenti dal corso misterioso che mantengono il verde dell'erba, mentre questa vasta conca tira a sè la rugiada notturna.
      Discendendo collo sguardo lungo le pareti giù nel profondo si osserva una meravigliosa vegetazione: in forme bizzarre e fantastiche, simili alle stalattiti, crescono dappertutto cespugli di lentischi e ginestre selvatiche dai fiori dorati. Le pareti presentano tutti i variati colori dell'iride perchè ora la roccia si tinge di un delicato grigio argenteo, ora invece è di un bel rosso acceso, giallo o turchino scuro, oppure[120] nero addirittura. Il paesaggio alpestre che circonda questa fonte offre uno spettacolo di straordinaria bellezza. Qui, dietro gli alberi verdeggianti, sorge melanconicamente l'oscuro villaggio di Collepardo, laggiù una lunga distesa di valli rocciose discende a perdita d'occhio, più in là si elevano monti giganteschi dalle forme maestose sulle cui cime ancor vergini si librano solitarie aquile reali e le nubi dalle forme fantastiche stendono il loro bianco velo.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





Oberon Titania Collepardo