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      Anche qui la rocca sorgeva sopra una rupe isolata, forte per natura, che scendeva a picco dalla parte delle paludi pontine. Era di forma quadrata, e la circondava una doppia fila[171] di mura. Vi si può ancora entrare per una antica porta, di forma rotonda, simile ad una torre od al pilastro di un ponte, alta circa 36 piedi. Le mura misurano dai 40 ai 50 piedi di altezza ed offrono un insieme più imponente di quelle di Segni. Esse circondano l'altura calcarea che è stata spianata sulla cima; vi si scorgono tuttora fondamenta di costruzioni ciclopiche, appartenenti forse una volta ad un tempio od a qualche altro monumento pubblico.
      Se si cerca rappresentarsi ciò che poteva essere una costruzione di questo genere, se un tempio cioè, od un'abitazione, in proporzione con le ciclopiche mura, bisogna concludere che doveva essere, in ogni modo, una cosa grandiosa, ma severa e cupa. Come architettura doveva avvicinarsi al Tabularium di Roma che appartiene ad un dipresso al periodo dell'architettura volsca ed etrusca. Sarebbe, infatti, errore credere che le così dette costruzioni ciclopiche rimontino ai tempi leggendarî. Come ho già notato ad Alatri, non è necessario far qui che un passo per ricollegarle a quell'epoca della storia romana che porta il nome di Servio Tullio.
      Una piccola cisterna antica ed alcune stanze e grotte sotterranee: ecco quanto rimane dell'antica Norba, oltre agli avanzi dell'acropoli e delle mura, di cui ho parlato.[172] Sono rimasto sorpreso di non trovarvi dei sepolcri o dei loculi scavati nella roccia, come se ne vedono da per tutto nelle città etrusche e siciliane; in Sicilia, soprattutto a Siracusa, a Leonzio, ad Agrigento e ad Enna, ve ne sono innumerevoli.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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