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      La loro carne, bianca come quella dello storione, è mangiabile, ma piuttosto dura.
      Questi poveri pescatori conducono dunque[206] una vita faticosa, alla giornata, che può apparire poetica a chi sta contemplando, seduto tranquillamente sulla spiaggia, le loro barche illuminate, che ora si vedono, ora scompaiono sulle onde del mare. Un eguale spettacolo si può ammirare sul mar Baltico, ma fra questo e quello si nota la stessa differenza che passa fra il Nord nebbioso ed il Sud irradiato dal sole. Il pescatore napoletano, povero qual'è, mezzo nudo, con i calzoni corti di tela, in maniche di camicia, col suo berretto rosso in testa, è snello, vivace, ciarliero, pronto sempre allo scherzo, al motto, al canto, al ballo; accanto al pescatore taciturno e tranquillo del Baltico, sembra quasi una figura da teatro, sino ad un certo punto ideale. Credo che se si mettessero in una stessa barca un pescatore napoletano ed un pescatore del Baltico, con l'obbligo di passarvi una intera giornata, uno dei due finirebbe per gettarsi in mare. Sarebbe certo impossibile ad un pescatore del Baltico di avere una parte storica come l'ha avuta il pescatore partenopeo, che può vantare il nome di Masaniello.
      Masaniello non è già stato un grande uomo, ma certo un uomo strano, anima di pescatore avvezza alle tempeste, ardito, temerario, ambizioso; è stato un uomo del momento, come momentanea fu la sua[207] grandezza; spensierato, folle, senza uno scopo prefisso, simile alle onde sempre agitate del mare, che si accavallano le une sulle altre.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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