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      Ma che cosa non può dipingere il pittore? Ciò che ad un profano pare senza significato è colto dall'ingegno creatore, che ne fa un'immagine espressiva. Altrettanto avviene nella poesia lirica. I pensieri, le ispirazioni sono inesauribili. La natura non ha che da essere bene osservata e sentita; essa cela forme[211] e pensieri infiniti, che un uomo privo di fantasia neppure può sospettare. Ed anche su questa costa tranquilla vi sono originali apparizioni; solo è difficile esprimerle, rappresentarle, perchè delicatissime, finissime, non riproducibili con tratti grossolani.
      Ma lasciamo da parte l'album degli schizzi e lanciamoci in mare! L'aria marina, narcotica, molto più grave di quella del Nord, invita qui veramente a cercare sollievo in seno alle onde. La sabbia in fondo al mare è bianca come la neve, soffice quanto il velluto e si stende sino al largo. Si vedono per ogni dove persone che si bagnano; qua e là sulla spiaggia sorgono capanne, formate e coperte da rami d'albero. Tutti questi bagnanti vengono da Roma, da Velletri, dai monti, ma non mai prima del luglio, perchè gl'italiani in giugno trovano l'acqua ancora troppo fredda per prendere il bagno. Si ritiene inoltre che non sia igienico oltrepassare i venti bagni e ciò, almeno sembra, per le condizioni speciali del clima; io stesso del resto ne ho fatta l'esperienza nell'isola di Capri. L'acqua pare sia qui più eccitante che nel Nord e quindi prendendone un numero un po' forte, ne risentono il sonno e l'appetito.
      Su questa spiaggia non v'è ombra di vita balneare, non vi sono quelle facili relazioni[212] di società, quasi familiari, che fanno sulle spiagge dei nostri mari una festa dei mesi d'estate; qui ogni famiglia, ogni persona vive a sè; il forestiero non ha altro luogo di ritrovo che l'unico caffè del porto, dove, sotto una tenda, allo stesso tavolino, democraticamente e con quella bella confusione di classi tutta speciale all'Italia, seggono il bagnante ed il pescatore mezzo ignudo, che approfitta tranquillamente dell'ombra della tenda per fumare la sua pipa di gesso, senza prendere nè caffè, nè altro.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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