Pagina (160/270)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Alcuni ufficiali del genio ed un capitano pontificio, che mi diverte col suo grazioso dialetto veneziano, sono le persone con le quali generalmente mi trattengo a chiacchierare.
      Passato il luglio, la maggior parte dei bagnanti lascia Anzio, incominciando il pericolo delle febbri. Anche ora, in cui il calore è spesso insopportabile e si fa sentire fin dalle sette del mattino, dopo calato il sole l'aria diventa umida ed il venticello tepido e molle che spira dal mare è veramente caratteristico: non è prudente allora rimaner fuori di casa. Il bel chiarore della luna sulle foreste, sulla spiaggia e sul mare, che rende nel mar Baltico così piacevole a quell'ora la vita all'aria aperta, non può qui esser goduto che dalla finestra; imperocchè una sola di queste notti passate all'aperto[213] basterebbe a procurar le febbri e forse anche, dopo alcuni giorni, la morte. E' pericoloso su questo mare lasciarsi adescare dalle sirene: bisogna dunque adattarsi a passeggiare lungo la riva prima del tramonto, facendovi ricerca di conchiglie e di piccoli gamberi marini. Sono questi animalucci grandi al più come un quarto della mano ed hanno quasi la forma del ragno; corrono con una velocità straordinaria ed allorquando si fa per afferrarli, il più delle volte spariscono sotto la sabbia, come spettri nel teatro. Qui dove tutto si mangia, perfino le rane, i porci spini, gli usignoli, questi gamberetti vengono mangiati vivi, dopo essere stati spogliati delle loro squamme.
      Su questo lido più volte mi è accaduto di pensare alla brillante ambra gialla che si raccoglie sulle nostre spiagge e che qui il mare non produce: qui esso somministra invece tutte le specie più preziose del marmo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





Anzio Baltico