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      Sulla spiaggia la strada è ancora più bella: la sabbia è ora gialla, ora scura, ora di un bel rosso acceso, ora di tufo vulcanico. I cardi turchini della costa del mar Baltico vi crescono abbondantemente, come pure la scabbiosa e la camomilla; invece però dei salici, degli ontani, delle foreste di abeti, sono qui le piante dei paesi meridionali e i mirti dai fiori bianchi, il mastice e le fragole e il ginestro dai fiori color oro che abbonda su tutte le coste del Mediterraneo e l'olivo selvatico. Splendono qui pittorescamente le malve arboree, con i loro candidi calici, e i rovi con i loro variopinti fiori e grandioso s'innalza fra le piante minori il classico acanto, con le sue belle foglie corinzie ed i fiori rosa o bianchi. Qua e là si vedono anche dei cactus e l'aloe, quasi piante esotiche. L'usignolo allieta con la sua presenza ancora questa spiaggia, nonostante sia passato il giorno di S. Giovanni, epoca in cui gli uccelli cessano qui di cantare e cedono il posto al grillo anacreontico: l'usignolo non può staccarsi da questo verde, da questo fresco mare, e fino ad Astura le paludi[222] pontine continuano a risuonare dei suoi armoniosi gorgheggi.
      Una quiete profonda regna nell'antico paese di Nettuno e ne' suoi dintorni. Nettuno attualmente è circondato da antiche torri e da scure mura merlate, che hanno più di una volta resistito agli assalti dei Saraceni. Nessun pescatore o marinaio avviva lo specchio dell'acqua, poichè non vi è porto, e la popolazione è dedita alla pastorizia.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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