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      E' l'unico luogo, nel promontorio, dove sia possibile l'approdo. Qui sbarcò Ulisse:
      Taciti a terra ci accostammo, entrammo,
      Non senza un Dio che ci guidasse, il cavoPorto e sul lido uscimmo...
      Qui approdò Tiberio, venendo da Astura; qui approdarono i Saraceni che molte volte saccheggiarono la località. Si vede ancora la torre quadrata dei Gaetani, la torre di Paola, l'eroica torre che sostenne lotte accanite coi pirati del mare.
      Essa si erge su una sporgenza della rupe, immediatamente sopra il capo. Il mare e il canale sono distanti solo pochi passi. Questo punto, presso la torre, era la mèta più ambita delle mie peregrinazioni. E' una solitaria marina, celebrata dalla leggenda d'Omero. La saracinesca è caduta; porte e finestre sono chiuse ed invano tentai penetrarvi. La pallida erba balsamica cresce sulle mura grigiee e gli[270] steli del grano selvatico, inariditi dal salso vento marino, oscillano intorno, mentre le rupi luccicano, al di sopra, di muschi purpurei. Tutto è qui come immerso nel sonno. L'onda marina si frange rumorosa sulla riva silente in ritmi uniformi che tutto il presente seppelliscono nel silenzio e risvegliano nell'anima lontane imagini e lontani ricordi. Ogni tanto un falco si leva da un cespuglio di mirti e si libra sulla costa, emettendo un acuto strido, poi allarga lentamente i suoi cerchi sulla palude e sul mare.
      Le dune bianche, abbaglianti racchiudono per parecchie miglia il limpido mare in una linea dolcemente arcuata, finchè si perdono nei vapori, verso Astura.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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