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      Non potei fare a meno di far loro notare che altrimenti si faceva nella mia Germania, dove si cerca di agevolare agli studiosi[294] il modo di viaggiare e non si creano loro imbarazzi e aggiunsi che trovavo addirittura barbare le loro leggi di dogana. Mi rallegrai meco intanto di aver avuto la precauzione di non recare a Montecassino i miei manoscritti, perchè altrimenti avrei corso il rischio di perdere il frutto del lavoro di qualche anno. Tale è la sorte che in questo beato regno può toccare ad uno straniero che viaggi occupandosi tranquillamente di gravi studî sul medio evo. Quale proibizione più assurda, più barbara di questa dell'introduzione dei libri? Finalmente mi fu possibile persuadere l'impiegato, in fondo persona gentilissima, a lasciar passare i miei poveri volumi senza mancare affatto al suo dovere. Per giustizia accennerò ora quanto più liberale sia il governo pontificio: allorquando feci ritorno da Montecassino con gli stessi libri, con altri che mi aveva donato don Luigi Tosti e coi materiali raccolti e con questa merce di contrabbando mi presentai al ponte di Ceprano, l'impiegato della dogana pontificia non fece che gettarvi sopra un rapido sguardo e con gentilezza somma, mi disse: "Passate pure, signore".
      Avendo così perduto un tempo prezioso, non potei quasi vedere Isola al tramonto del sole, perchè già la notte scendeva. Questo paesetto giace in una bella isola del[295] Liri, ombreggiata da molte piante. All'estremità dell'isola le acque del fiume, dal colore dello smeraldo, si precipitano impetuose come da una cascata.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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