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      Tommaso rimase nel monastero sette anni,[333] quindi si recò a Napoli, dove attese per altrettanti anni allo studio della teologia; vestì l'abito dei domenicani e andò a studiare a Parigi e poi a Colonia, per sentirvi il celebre Alberto Magno; fu professore a Napoli e morì il 7 marzo 1274 nel convento dei cistercensi di Fossanova, presso Piperno, a poche ore di distanza dalla sua patria. Fu uno degli uomini più illustri del medio evo, il primo che propriamente introdusse la filosofia nella teologia, o meglio che innalzò quest'ultima alla dignità di sistema filosofico. Quando oggi si ode il nome di scolastica, si pensa e non a torto, ad un labirinto di meschinità, di sottigliezze, di distinzioni, in cui stette per il corso di molti secoli imprigionato l'ingegno umano. Chi può oggi ancora immergersi nella Somma di Tommaso d'Aquino, arrischiarsi in quella cupa foresta di spiriti, nel cui fitto sta il Minotauro del pensiero aristotelico cristiano? Noi consideriamo attualmente quella grandiosa filosofia gotica come un'anticaglia; tutte le sue sottili distinzioni, tutte le sue ricerche morali e speculative, tutti i suoi problemi privi di ogni utilità per gli scopi della vita, non offrono più alcun interesse a una generazione che tende a scopi pratici e materiali, e che vuol essere più libera e semplice nel suo pensiero. Ma non dobbiamo però dimenticare[334] che anche quei sistemi sono di base alla scienza del pensiero e bisogna confessare inoltre che l'uomo del secolo XIX di fronte ai più alti problemi che si può proporre lo spirito, si trova appunto così perplesso, come uno scolastico del medio evo, o come il primo uomo del paradiso terrestre.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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