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      Dopo che il castello degli Orsini a Campagnano è caduto in rovina, questo è uno dei monumenti più mirabili del rinascimento romano, è uno de' più bei castelli baronali ed in tutto il Lazio non ve n'è uno che lo eguagli. Il castello di Spoleto, cominciato[347] a costruire dal cardinale Albornoz e condotto a termine da Nicolò V, è più maestoso, è verissimo, ma non è un edificio baronale, come non lo sono del pari i bei castelli di Ostia, di Narni, di Civita Castellana e di Subiaco.
      La vista del superbo maniero richiama anzitutto, alla memoria del visitatore, la storia della stirpe degli Orsini che insieme con quella de' suoi nemici ereditari, i Colonna, ha riempito per quasi cinquecento anni gli annali di Roma con le gesta ed i nomi dei suoi innumerevoli membri, tra i quali furono papi, cardinali e capitani di grande rinomanza. Le due case, guelfa l'una e ghibellina l'altra, di Roma, hanno durato più a lungo delle dinastie dei re e degli imperatori e durano anche oggi nei loro avanzi, nei castelli che hanno un tempo posseduto.
      Il capostipite degli Orsini, dal romano nome di Orso, si perde nel buio della leggenda: non si sa neppur bene se fosse germanico. I suoi discendenti si chiamarono Filii Ursi: così suona sempre nelle più antiche cronache il cognome degli Orsini. Storicamente appaiono solo nel XII secolo. Celestino III (1191-1198) apparteneva alla loro casa. Nel XIII secolo, durante le lotte degli Hohenstaufen, acquistarono maggior potenza, per opera specialmente del senatore[348] Matteo Rubeus, capo imperante della repubblica capitolina ed instancabile avversario dell'imperatore Federigo II e poi per opera di papa Nicolò III (1277-1280), figlio di detto senatore.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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