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      Come in quello, il maggior cortile del castello degli Orsini era in origine cinto da un porticato a colonne che fu più tardi murato. Resta soltanto la gabbia di una scalea, poggiata su colonne di tufo che conduce al piano superiore: come la porta vicina della vecchia cappella, essa mostra il passaggio dal gotico al rinascimento.[16]Le cinque torri rotonde racchiudono in maniera imponente l'edificio e sembrano sorreggerlo e tenerlo insieme come poderose colonne. In alto, un ballatoio coronato di merli, le unisce fra loro. Al difuori, sopra le porte, come anche nel cortile, si vedono ancora gli stemmi in pietra della casa Orsini che risalgono al tempo della prima costruzione del castello.
      Una donna attempata mi ha accompagnato in giro pel castello durante due ore, dopo avermi detto che era tedesca, che da[356] trent'anni stava al servizio degli Odescalchi e che intendeva finire i suoi giorni, tranquilla e felice, nella solitudine di quel maniero.
      Abbiamo attraversato alte sale a vôlta e file di stanze, piene di mobili roccocò e moderni e specialmente di armadi parigini, in legno scolpito. Questi ambienti sono tetri e poco adatti ad essere abitati; soltanto la veduta sul lago, dalle profonde finestre, è bella. In generale le esigenze della nostra vita moderna sono così differenti da quelle della vita feudale, come le ville Doria Pamphili o Albani, da questo castello Orsini. In esso poteva sentirsi a suo agio solo una famiglia baronale che trincerava dietro spesse muraglie di pietra i suoi privilegi e le sue barbare passioni, mentre lo sciame dei vassalli devoti e dei servi schiavi obbediva al cenno del padrone, garantito dalle loro sostanze e dalla loro vita.


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Passeggiate per l'Italia
Volume Primo
di Ferdinand Gregorovius
Carboni Editore Roma
1906 pagine 270

   





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