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      - Riempiè di nuovo la tazza e bevette questa volta adagio adagio, sorseggiando con divozione fino all'ultimo centellino. Guardava di tratto in tratto l'amico a traverso il cristallo, contro al lume, con due occhietti teneri, e sclamava: - Solenne! glorioso! proprio di quel che s'avventa al viso, che bacia e morde, che fa venir agli occhi la lagrimetta e la compunzione. - Oh adesso mo, - ripigliava, poichè v'ebbe veduto il fondo, - la faccenda s'avvia meglio: vengano i paramenti, venga il rituale e l'acqua santa...
      Alcuni soldati eran corsi in sagrestia, e sconficcata la serratura d'un armadio, e trattene fuori le pianete e i piviali che vi trovarono, avean portato il tutto innanzi al giullare.
      Prese questi il più ricco piviale e se lo pose indosso, poi domandò:
      - E la berretta?
      - Di berrette non se n'è trovate.
      - Scuserà berretta da prete questa mia da giullare; c'è compenso a tutto.
      Si volse ad uno di quegli uomini d'arme che l'avea seguìto fin dentro lo steccato, e mettendogli una mano su d'una spalla: - Ohe! - gli disse, - vòltati in qua, tu mi farai da chierichino; piglia questo aspersorio, tienlo pulito, sguaiataccio: che credi tu che sia una manganella? via, sta su bello, così, graziosino! oh lascia fare che alla prima vacanza ti vogliam far dare un canonicato in Santa Maria Maggiore. - Allora cominciò a dir su una lunga pappolata, trinciando in aria certe cifre stravaganti, e facendo certi segni fantastici su i due scudi e su i due bastoni che gli eran tenuti dinanzi; e accompagnava di tratto in tratto quegli atti con qualche scrollatina del capo, con un vagliarsi di tutta la persona con che veniva a scuotere e far tintinnare i sonaglini di ch'egli era tutto pieno.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





Santa Maria Maggiore