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      Il curato levò la mano a benedire il tempo, diede a tutti l'assoluzione in articulo mortis, poscia si gettò ginocchioni in un canto col capo nascosto fra le mani, e loro raccomandava l'anima, mentre il conte, cogli occhi spalancati, colla bocca aperta, guardando la figlia che gli sì era stretta al petto, badava pur a dire: - Signore, aiutatemi! Signore, aiutatemi!
      Ma Ottorino, saltando fuori della cameretta per dar quel soccorso che avesse potuto, vide la nave che ora travolta in giro, ora spinta miseramente di fianco, correva a perdita manifesta contro le rupi di Morcate, mentre i rematori, vogando tutti all'indietro, facevano ogni sforzo per isfuggire ai primi scogli prominenti. In quella appunto ch'egli usciva, Arrigozzo nell'abbandonarsi che fece indietro sovra il remo con tutta la persona, non trovando resistenza al colpo, perocchè l'onda da lui disegnata gli era scappata di sotto e avea fallato l'acqua, sbalzò netto nel lago. Si dibattè un istante fra i cavalloni, poi la barca gli passò addosso e lo travolse sossopra: egli venne a dar fortemente del capo contro il fondo di quella, e non fu più visto comparire.
      - Tutti i remi verso il monte, - gridò per l'ultima volta il timoniere, il quale avendo la vista impedita dalla casellina ch'era nel mezzo della nave, non s'era accorto del figlio perduto. S'intesero ancora alcune voci di bestemmia e di preghiera, ma tutte poi si perdettero in uno strido generale inarticolato, quando la barca levata in alto piombò addosso ad un enorme scoglio, e ne fu tutta conquassata.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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