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      . Si richiamava alla memoria i vanti del figlio, che era uno dei più valenti rematori del lago, che non avea chi gli potesse star innanzi nel maneggio d'una vela o d'un timone; gli pareva di sentire ancora da proda il tonfo di quel suo remo vigoroso, gli sonava pur anco nelle orecchie l'armonia della sua favorita canzone, di che era usato rallegrargli la malinconica solitudine del lago in bonaccia.
      Mentre tutti questi pensieri si succedevano nella mente del povero padre, la sua bocca continuava ad articolare le parole della preghiera, la quale sonava involontaria e inavvertita come il ruscello che mormora correndo alla china. Se non che da ultimo rompendo a mezzo, senza accorgersi, un'orazione, i labbri volsero da sè ad intonare con un basso mormorio l'aria consueta del suo Arrigozzo: ma riscosso poi tosto da quel suono materiale che gli percosse l'orecchio, crollò il capo, e levando la faccia al cielo se la trovò tutta piena di lagrime.
      Intanto la barchetta si veniva accostando a Limonta, e una più intensa e più angosciosa cura, raddoppiata dalla vista di quei luoghi, ottenebrava la mente dell'orbo padre, del misero marito.
      Ma, oh Dio di misericordia! che crepacuore fu il suo quando accostandosi alla spiaggia la vide piena di popolo che guardava verso di lui e pareva aspettarlo, e in mezzo a tanta gente, potè discernere una donna scapigliata graffiarsi la faccia, percuotersi il petto, stracciarsi i crini canuti; e sentiva il lido e gli antri del monte risuonare del suo pianto, delle sue grida disperate!


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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