Pagina (85/484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      .. Che anzi se tu potessi pure entrarmi ancora più addentro nel cuore, ancora più addentro che non vi stai, oh ti do fede che avverrebbe ora per la forza che mi fanno queste tue lagrime, per quella nuova grazia che ottiene negli occhi materni il dolore d'una figlia... obbediente. -
      Bice, soggiogata da tali parole e più ancora da quell'affetto inesprimibile con che erano pronunciate, avventò le braccia al collo della madre, abbandonò su quel seno amoroso il suo volto infiammato, e pur sempre lagrimando e singhiozzando se le stringea amorosamente dattorno.
      - Ora tu vedi per la stessa, - tornava a dirle Ermelinda tutta commossa essa pure, - tu vedi bene che non ti è onore il trovarti più a lungo familiarmente con lui come per lo passato; che se tuo padre te ne desse ancora l'opportunità, gli è ch'esso è troppo lontano dall'aver la più lieve ombra della cara sua figlia; ma tu che conosci la fralezza dell'animo tuo, che sai... che forse n'hai lasciato trapelare a quest'ora alcun che a lui medesimo... Insomma, il decoro vuole che oramai tu gliene stia lontana. Domani egli passerà fuori tutta la giornata, tu resterai qui con me; il giorno dopo ei se ne va, ed eccoti tolta d'ogni angustia... e tutto resta sepolto fra noi due. - Voleva seguitare a dirle quello che avesse a rispondere al padre se fosse venuto alla mattina a chiamarla per la caccia, ma in quel mezzo senti una pedata venir su per le scale, conobbe ch'era quella del Conte, e non volendosi lasciare trovar quivi da lui, si tolse affrettatamente dalle braccia della figliuola, e datole e ricevutone un ultimo bacio, uscì dicendo: - È tuo padre, bisogna ch'io me ne vada.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





Ermelinda Conte