Pagina (92/484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Chi potesse averlo ai nostri giorni quel volume sarebbe un tesoretto.
      Bice faceva quella lettura di nascosto dalla madre; e il Conte medesimo s'era questa volta lasciato tempestare un gran pezzo prima di accordargliela. E non è mica ch'egli avesse paura che la Divina Commedia non potesse forse venire a bene a una fanciulla; no, era solo per una vecchia ruggine ch'egli avea coll'Alighieri, a cagione dell'opera latina intitolata De monarchia, data fuori da quel fiero ghibellino molti anni prima, come abbiam già accennato, e che in quel tempo, vale a dire quattro anni dopo che l'autore fu morto, cominciava a levar un gran rumore in Italia e in Germania.
      Solo pochi giorni prima che Ottorino capitasse al castello, il Conte aveva finalmente concesso alla figlia il volume tanto desiderato, il quale non era però che la prima cantica, poichè sebbene in Toscana corresse già a quel tempo anche il Purgatorio e alcuni canti del Paradiso, in Lombardia non si conosceva comunemente altro che l'Inferno.
      Bice avea cominciato a leggerlo la sera quand'era sola chiusa nella sua camera, e lo faceva con grande avidità, e pel diletto che naturalmente trovava in quel racconti fantastici, pieni di vita e di passione, e per l'aggiunta di quel tristo sapore che il senso ribelle dei figli d'Eva suol trovare in ogni frutto proibito.
      Stese, come abbiamo detto, la mano a pigliare il volume, l'aperse, e sentì alcun che scorrere frusciando tra mezzo ai fogli di quello, poi vide cascarne fuori qualche cosa... Che è?... una carta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





Conte Divina Commedia Alighieri Italia Germania Ottorino Conte Toscana Purgatorio Paradiso Lombardia Inferno Eva