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      Se tu avessi veduto quel suo volto, placido in mezzo ai rischi, sereno fra le amarezze dell'esilio, soggiogato allora da uno sgomento arcano! -
      Ottorino non sapea rinvenirsi, e se non fosse stato il sentimento che Marco metteva in quelle parole, sarebbe rimasto in forse s'egli dicesse da senno.
      - Io, - disse alla fine il giovane, - ho sempre creduto che la cosa stesse, come si dicea, che l'eretico fosse papa Giovanni, e Nicolò il buono; così sentiva dir sempre da tutti questi nostri dottori, e da voi che così soldato come siete, potreste dettarne anche ai dottori; fin da giovinetto non ho fatto altro che combattere contro quel benedetto papa, che dicevano falso, e che adesso diventa buono. Basta, non so più che mi dica. -
      Marco compose le labbra ad un mesto sorriso, poscia ripigliava: - Dobbiamo saperne grado a codesti vili, a codesti sconoscenti di ghibellini che ci hanno spinti per forza sulla buona via. Sai, che è lo stesso pontefice che mi ha aperte volonterosamente le braccia? che mi ha promesso le forze della Chiesa per aiutarmi a conquistare il dominio paterno? E non credere ch'io mi confidi alla cieca nelle mani d'un uomo che m'è sempre stato nemico; confido nella forza delle cose che costringono quell'uomo a collegarsi con me per la sua salute. La potenza del Bavaro va scemando di giorno in giorno; molti de' suoi favoreggiatori taglieggiati, emunti, traditi da lui, abbandonano le sue insegne. Milano è tuttavia fedele a quel principe, ed io posso ribellargliela. I Milanesi cominciano a sentire alla fine da che parte stia la giustizia e la fede; essi sono stanchi dell'interdetto.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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