Pagina (124/484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - State zitta chè non vi sentano le padrone, - le diceva Lauretta all'orecchio.
      - Non voglio tacere, e tu faresti meglio a segnarti e dir su qualche orazione: e quel tuo padre che sta lì incantato a guardar in alto come un allocco!
      - Via, fatela finita, - tornava a dirle la figliuola: - ditela su voi, se volete, una qualche orazione, ma fatela finita.
      - Non voglio farla finita! è una vergogna a veder dei cristiani star in chiesa a quel modo! Se avessi sentito quel che diceva ieri sera tuo fratello; se avessi sentito!... Ma! non gli vogliamo dar retta. -
      La figlia avendo visto che a voler replicare non faceva che aizzarla sempre di più e farle alzar la voce, prese il partito di tacersi e di lasciarla sfogare; e in fatti con questo ripiego la vecchia cominciò a far più rado e più sommesso il suo brontolio, e alla fine si ridusse in silenzio del tutto.
      Bice intanto era tutta sottosopra, non so se mi debba dire per la speranza o pel timore di vedersi fra poco comparire dinanzi Ottorino. Ogni volta che sentiva dietro le spalle aprirsi e richiudersi la porta della chiesa, pensava: - È lui! -, e una fiamma le saliva sul volto, e un tremito le scorreva per le membra: dava mente allo stropiccìo de' piedi che veniva innanzi; le pareva distinguere il rumor della pedata di suo padre, il rumore conosciuto d'un altro passo; il respiro le si affannava, il cuore parea che le volesse balzar fuori del petto; i vegnenti giugnevano, la rasentavano, trapassavan via: non eran dessi; allora riaveva il respiro, rialzava la faccia, per tornar tosto a nuovi palpiti, a nuovi scotimenti, se sentiva un'altra volta sbatter le porte, inoltrarsi qualcuno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





Lauretta Ottorino