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      Ma tutto ad un tratto l'uniforme alterna cantilena dei sacerdoti che salmeggiavano dietro l'altare, venne coperta da uno schiamazzo tumultuoso che si fece sulla piazza. Quelli che erano in chiesa si voltano indietro, alcuni si levano qua e lą, e ne escono; i canonici restano per un momento in silenzio; un d'essi vien fuori, s'accosta alla balaustra, guarda gił per la chiesa; tutto č quieto: torna in coro e la cantilena ricomincia. Quand'ecco si sente un rovinģo intorno alle porte che si spalancano a precipizio; e un'ondata impetuosa di popolo armato di bastoni e di sassi si versa in San Giovanni, a guisa d'un fiume che abbia rotte le dighe.
      Innanzi a tutti vedevasi quel prete che predicava sulla piazza: un vecchio macilente, col capegli scomposti sulla fronte, con un crocifisso nella sinistra, e una spada nella destra, il quale gridava con voce tonante, che fu intesa al di sopra di tutto lo schiamazzo della gente: - Fuori di qua, scismatici! fuori, figli di Belial, sacerdoti di Molocco! - e la turba procellosa facendogli eco, gridava anch'essa: - Fuori scismatici! fuori paterini! fuori! - e correvano intorno fracassando panche, gettando sassi nelle vetriere istoriate dei finestroni, stracciando gił le tovaglie dalle mense, rovesciando candelieri e croci e quanto vi trovarono. Giunto all'altar maggiore, ivi fu lo scompiglio, lo sperpero, la rovina: quei furiosi corsero dietro il coro, strapparono i canonici dagli stalli, e li cacciavano a calci, a pugni; se ne vedeva uno rotolando gił pei gradini, un altro trascinato pei capelli: volavan dappertutto cotte e pellicce e berrette e breviari.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





San Giovanni Belial Molocco