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      - Così fanatici per l'antipapa Nicolò?
      - Non è che tengano piuttosto da Nicolò che da Giovanni; sono una mano di ribaldi, che voglion pescar nel torbido e null'altro; - e qui Ottorino si fece a raccontare tutto quello che era accaduto nella chiesa di Monza.
      - Canaglia! - ripeteva Marco sorridendo in udire quelle belle prodezze - canaglia! ma già sempre così, dappertutto così; basta; adesso quel che mi preme è di scompigliar la matassa, d'arruffarla ben bene; la ravvieremo poi a suo tempo. Dunque quel povero Martino...
      - Vi do parola che gli hanno cavata la voglia del predicare, e che n'ha a avere un ricordo per un bel pezzo.
      - Per altro, - ripigliava Marco, - anch'egli m'ha avuto alquanto dello scimunito, a dir quel ch'è da dire: fa bisogno d'aver i capelli bianchi per saper che il popolo che si leva è una mala bestia? e che il manco che possa è dar di mano nella roba? Lasciarlo fare! diavolo! lasciarlo fare! è poi sì gran male che di tanto in tanto torni in tasca della povera gente in forma di marchi, di terzuoli e di lire imperiali un po' di quell'oro e di quell'argento che si va ammucchiando, ammucchiando per le sagrestie in forma di lampade, di candelieri e di croci? che non si possa esser buoni cristiani ed aver delle lampade di vetro o di terra, e delle croci e dei candelieri di legno? alla fin delle fini, tutto quell'oro e quell'argento dond'era uscito? domando io: dalle tasche della povera gente. Quel che mi preme si è che non siano attaccati di cuore allo scisma.
      - Quanto a questo, state quieto, che non sanno, mi penso io, che cosa sia nè papa nè antipapa: volete altro, che dopo d'aver malconcio quel povero Martino che predicava per Giovanni contra Nicolò, cominciavano a far altrettanto con un secondo che s'era levato a predicar per Nicolò contro Giovanni?


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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