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      Tese l'orecchio, vi pose dietro una mano aperta per coglier meglio il suono, e fra quello strepito confuso distinse alcune voci di minaccia e di bestemmia; fissò l'occhio intentamente su pel sagrato, e in mezzo a un gran rimescolamento scorse un luccicar di corazze e di lance: allora entrò in sospetto di quel che poteva essere; e s'appose.
      Intanto l'incendio cresceva: in un momento tutta la terra non fu che una fiamma. Il lago parea di fuoco; si vedevano alcune barchette staccarsi dalla riva facendo forza di remi: alla prima apparivan rosse infocate esse e la gente che v'era dentro, ma si venivan smortendo a mano a mano che guadagnavan l'alto: e tinte d'un albore mancante, ora svanivano dallo sguardo, ora tornavano a farsi vedere fra le ultime strisce di luce saltanti qua e là sulle onde, finchè si perdevano del tutto nel buio interminabile della notte.
      Il barcaiuolo talvolta stava per ispingersi innanzi, per, precipitarsi in mezzo a quello sterminio, ma ne lo ritraeva il pensiero di lei che aveva lasciata sola nella povera capanna.
      Così dimorando egli, sentì un frascheggiare, poscia un fruscìo come di qualcosa di vivo che venisse innanzi; si trasse dietro al tronco d'un vecchio ulivo, e al lume che mandavano le fiamme fin là, scorse una donna che aveva un bambino in collo, una fanciulletta a lato attaccata al grembiale, e si traeva dietro una vaccherella. La bestia ritrosa volgeasi a guardar verso il paese, tirata forse dall'amor del presepe abbandonato, e mugghiava; allora s'intesero intorno a varie distanze, in diverse direzioni, molti muggiti che risposero a quel primo: altri sventurati che trafugavano la famigliuola, la vacchetta, quella poca roba.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484