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      Giunsero al sagrato, passarono nella chiesetta, e qui le quattro lance comandarono, in nome del Bellebuono, alle sentinelle che lasciassero andare i prigioni, e dieder subito mano a tagliar le corde con che erano legati. Come quelli furono sciolti, e in piedi, il Vinciguerra disse al barcaiuolo: - Or va, buon uomo, che sarai contento.
      Ma intanto che Michele s'incamminava verso il monte con quei liberati, i quali fuori di sè per la consolazione lo tempestavano di cento domande, la voce di quel fatto fece il giro del sagrato, e una folla di soldati accorse ad impedire che i prigioni se n'andassero.
      - Non è vero! - si gridava dappertutto: - non è vero! non può darsi che il Bellebuono l'abbia comandato.
      - Sì, sì, è vero! l'ha detto a me, l'ha detto a noi! - rispondevano le quattro lance.
      - No, no, son tutte invenzioni, - replicava più forte un altro. - Pensate, che andando via di qui in compagnia di voi altri, poco fa, il Bellebuono s'è fermato un momento indietro per dirmi all'orecchio che preparassi un capestro di più per far la festa anche a questo villano, come fosse tornato.
      - Ma se l'ha detto a noi! - insistevano i quattro, - se ci ha comandato di far tutto quello che volesse questo buon uomo, di mettergli in libertà i prigioni.
      - No, no, non è vero! qui v'è trama sotto! - gridava il grosso di quella canaglia, e già alcuni cominciavano a metter le mani addosso ai prigioni e al barcaiuolo; quando si sentì ripetere da molte voci in una volta:
      - Il Bellebuono! il Bellebuono! è qui il Bellebuono!


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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