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      A che partito appigliarsi, partendo, per acquetare quella smania che lo divorava? Condur seco Ottorino? Ma il giovane vi veniva ritroso, o se si fosse anche accomodato di buona voglia, egli non avrebbe potuto vederselo dinanzi agli occhi. Mandarlo, sotto colore di alcun trattato, in qualche paese lontano, ove dovesse indugiarsi fino a che egli medesimo non fosse tornato dal Ceruglio? ma non poteva simulare affetto e confidenza verso quel serpente che gli avea avvelenato il sangue. Lasciarlo qui presso a Bice, sicchè tornando egli glorioso dalla sua intrapresa, avesse a trovarli forse già sposi? Questa immagine lo rendeva furioso, gli suscitava in cuore mille fantasmi di corruccio e di sangue: e guai se in quei momenti!... Ma dopo d'aver ondeggiato lungamente fra cento pensieri si piegò ad un più mite consiglio; risolvette di partire ad ogni modo, ma di chiamar prima a sè il conte del Balzo, e mettergli addosso una gran paura del Rusconi, o di checchè altro di oscuro, se mai, per cagion di Bice, Ottorino avesse avuto a mancar della sua parola: egli conosceva l'uomo, ed era certo del fatto suo.
      Dopo ch'ebbe preso questo partito, cominciò poi anche ad entrargli di nuovo alcuna luce di speranza; cominciò a prestar l'animo a qualche ragione che gli concuteva in parte la desolante certezza di prima. Chi lo assicurava che Bice rispondesse all'amore di Ottorino? ne avea egli altra prova, altro indizio, fuorchè quel rossore, troppo naturale, ch'ella avea mostrato salutando il giovane dal verone quando passava seco lui a cavallo?


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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