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      Via, non perdete tempo, andate... andate, e tornate a portarmi la vita.
      Il Conte si asciugò gli occhi, e: - Non dubitare, - gli disse ancora, - farò tutto quello che potrei fare per un mio figlio. - Fece segno a Bice e alla sorella che lo seguitassero, e s'avviarono. Allora Lauretta che non avea fatto mai altro che piangere e singhiozzare, corse innanzi a Bice nel momento che usciva dalla sala e le strinse una mano, e gliela baciò inondandola di lagrime: non potè profferire una parola; ma la preghiera era negli occhi suoi, sul suo volto, in tutta la persona.
      Appena fuor dell'uscio, in una seconda sala, trovarono Bernardo, l'altro figlio del falconiere, che stava lì ritto come un voto ad aspettare.
      È da sapersi che Marianna, la quale non vedeva altro al mondo al di là di quel suo cucco, al primo annunzio della novella fatale portata da Lauretta in casa, dove su quell'ora stavan tutti raccolti, era balzata in piedi. - A voi, Bernardo, - gridando, - tocca a voi, correte giù dal padrone, voi che sapete parlare. Noi siamo gente materiale, ma voi gli direte le cose come vanno dette. - Il fantoccio cominciava a tentennare, e che? e come? ma Ambrogio corse a precipizio giù per le scale, e la moglie e la figlia dietro a lui.
      Ora nel tempo che il povero padre, prostrato ai ginocchi del padrone, lo supplicava con quelle parole che vengono dal cuore, e alle quali ogni cuore risponde, parole che l'arte ammira e nota con rispetto per imitarle, la donna nella sua caparbia scempiezza: - Oh santo Dio!


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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