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      Basta, se voi starete nel proposito, la cosa camminerà liscia, e Ottorino non vorrà farmi il fastidioso, ch'ei sa che la non gli tornerebbe a cozzar con me.
      - Oh! state sicuro, - disse il Conte, - che per causa mia non vi sarà guasto nulla; e se avessi saputo prima come stava la faccenda, non avrei del certo lasciato bazzicarmi per casa quel giovane per tutto l'oro del mondo, chè più di tutto l'oro del mondo mi sta a cuore la grazia vostra e la mia quiete.
      - Bene, sul passato si metta su un piede, e non se ne parli più, ma d'ora innanzi...
      - D'ora innanzi, vi do parola che non toccherà più la soglia di casa mia, se avesse a cascare il mondo... vivetene pur sicuro. -
      A questo punto Marco avrebbe voluto lasciar correr qualche motto al Conte delle intenzioni che avea egli stesso sopra Bice, ma non potè risolversi prima d'aver interrogato l'animo della fanciulla; chè l'ottenerla dalla volontà autorevole del genitore, senza esser certo dello spontaneo piacimento di lei, pareva a quell'anima sdegnosa e appassionata peggior cosa ancora che non il perderla per sempre.
      Avendo pertanto ormai condotto l'uomo dov'ei lo voleva, se ne congedò col dirgli: - Basta, Conte, ho piacere che ci lasciamo amici assai più di quello che credevamo d'esserlo prima di parlarci; - gli strinse una mano e si avanzò nel mezzo della sala, frammischiandosi ad un crocchio di cavalieri che stavano intorno alla bella recentemente comparsa.
      Ma il Conte, senza uscir dal vano della finestra dove era stato sin allora, cominciò fra sè a pigliarsela contro la moglie, contro la figlia, contro Ottorino, che l'avean messo a quel brutto partito.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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