Pagina (204/484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Il Signore vi terrà conto di questo sangue innocente che avete risparmiato, - disse la fanciulla - di tante lagrime che asciugate: tutta quella famiglia pregherà per voi sempre, sempre; - e s'incamminava verso, l'uscio per andarsene.
      - Bice! - disse Marco, e le accennò che si fermasse, - vi chiedo ancora un istante: la lettera avete tempo a ricapitarla fino a domattina... Sentite: questa notte io parto per un lungo viaggio... ma la memoria di questi momenti... ma la vostra memoria... Bice... credetemi che vi avrò sempre in cuore...
      - Oh! anch'io non dimenticherò mai la grazia che mi avete fatta; pregherò per voi anch'io... E a vedere che avea tanto spavento di comparirvi dinanzi... Me lo diceva mia madre, che avete il cuor buono e generoso.
      - Può dunque non odiarmi vostra madre? m'ha dunque ella perdonato?... E voi, Bice, mi perdonate anche voi?... potete non odiarmi?
      - Io? che dite mai?... la mia riconoscenza... l'ossequio...
      - Non mi basta, e non è questo ch'io voglio da voi, - esclamò il Visconte, prendendole una mano fra le sue mani tremanti. - Che vale il dissimulare più a lungo? sappiate, Bice, che dal momento ch'io v'ho veduta... il mio destino è fisso immutabilmente... Aspetto anch'io palpitando dalla vostra bocca una parola di vita o di morte.
      La fanciulla tremava come una foglia, e facea forza per liberarsi da lui. Ma il Visconte interrompendosi a mezzo, come colpito ad un tratto da una nuova idea che in quel punto gli fosse balenata in mente, allentò le mani, sicchè Bice potè ritrarre la sua: e tutto mutato in volto da quel di prima, dopo un momento di silenzio, la interrogò con voce severa:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





Marco Bice Visconte Bice Visconte Bice