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      - Non è un contrabbando codesto, - rispose la sentinella, - chè Marco è buon amico del Monastero ed è cugino dell'Abate; dunque posso tener l'invito e renderti buona ragione. Alla salute di Marco e alla tua! - Ciò detto votarono ambedue il bicchiere in un fiato.
      - Hai detto anche alla mia? - ripigliava il Limontino tosto ch'ebbe bevuto, - hai voluto dire alla salute dell'anima, è vero? perchè quella del corpo, nel grado in che mi trovo, non ci ha più che fare. Vedi, - e guardò fuori d'una finestrella, - il cielo comincia a farsi bianco; da qui a poco... Non è egli a un'ora di sole?...
      - Povero disgraziato! sì, a un'ora di sole.
      - Senti, - tornava a dir Lupo, - non siamo soldati per farci ammazzare se bisogna? e dunque? morir di un colpo d'accetta che ti spacchi il cranio come una mela, d'un colpo di lancia che ti passi banda banda come un ranocchio... o... Insomma, quando tu muori facendo il dover tuo, è tutt'una; ed io muoio per aver fatto il mio dovere... Cioè, tutt'una proprio no, dico la verità: per quanto io cerchi d'ammollirla, la mi riesce ancora un po' dura; chè quella cosa d'aver a finire i suoi giorni su tre legni, legato come un mascalzone, in faccia a tutta la canaglia che corre a vederti, come corre a veder l'assassino, e' non è lo stesso come a morir sul campo di battaglia, inforcando gli arcioni del suo bravo cavallo, menando giù colpi disperati a dritta e a manca, colla musica delle trombe negli orecchi e la speranza della vittoria nel cuore.
      - È quello che voleva dir io, - rispose la guardia; - del resto, quanto al morire, morir oggi, morir domani, che mi fa a me!


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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