Pagina (214/484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - E però credi che se io potessi far di meno, - soggiungeva Lupo, - nol vorrei, e della buona voglia? ma giacchè a questo fiasco bisogna bere, pazienza; rassegnarsi, e far buon viso alla morte che Iddio ci manda.
      Il Vinciguerra mise un sospiro, riempì un'altra volta i due bicchieri, votò il suo, e poi con un cenno della mano invitò Lupo a fare altrettanto.
      - No, no, - rispose il condannato, - quel po' di giudizio che il Signore m'ha dato, voglio tenerlo di conto per questi momenti, e far l'ultimo passo da buon cristiano, sapendo quello che fo.
      - Senti, se vuoi ch'io ti chiami il padre Atanasio, che hai mandato indietro poco fa...
      - No, no. Quel che era da farsi l'ho già fatto. Veramente l'avrei tenuto qui ancora, ma cominciava a rompermi gli orecchi, a entrarmi in tasca con certe istorie che... basta, io gli ho detto garbatamente e bene, che mi si levasse dinanzi.
      - Oh via! sarà stato per ricordarti il ben dell'anima tua, perchè t'avessi ad acconciare con Domeneddio, per farti dir qualche divozione, chè bisogna ben farle queste cose, uno che s'avvia per di là.
      - Non è questo; finchè m'ha parlato da buon religioso gli ho dato ascolto ma dopo, entrandomi nel Bellebuono, voleva ostinarsi che quello è stato un assassinamento: quando se non avessi altro peccato... Basta, gliel'ho detto chiaro e tondo, che vorrei farlo ancora senza uno scrupolo al mondo d'aggravarmi l'anima.
      - Oh! qui ti voglio, camerata, qui ti voglio, che il religioso avea ragione.
      - Ma sei una zucca busa anche tu; ti porterò un paragone.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





Lupo Iddio Vinciguerra Lupo Atanasio Domeneddio Bellebuono