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      - di che tutta la moltitudine si diede a ridere.
      Al povero Ambrogio non pareva vero di vedersi al fianco il suo figliuolo sano e salvo: come se avesse avuto bisogno di certificarsene ad ogni momento, non gli toglieva mai gli occhi d'addosso, lo tenea stretto per una mano, e gli venìa dicendo sottovoce con una faccia tutta imbambolata: - Sviato! scapigliataccio! me n'hai fatto avere degli spaventi; me n'hai date delle strette la mia parte ve'! via, via, fa a mio modo, lascialo andare codesto mestieraccio del soldato, torna a casa tua, e viviamo un po' quieti tutti insieme del ben che Iddio ci ha dato, in compagnia di tua madre... Poveretta! che ti lamentavi tante volte ch'ella non ti voleva bene... se tu l'avessi vista quella povera donna, se l'avessi vista!
      - Oh! lo so, lo so: non è ch'io abbia dubitato mai un momento dell'amor suo.
      - Ma io dico che te ne vuol tanto del bene, ma tanto, tanto; ch'io non te ne posso voler di più: e Lauretta?... e tuo fratello? anche lui, vedi, così freddo com'ei pare...
      - Sì, sì, sono obbligato a tutti quanti.
      - Sicchè la farai la risoluzione? darai questa contentezza a tuo padre negli ultimi suoi giorni?
      - Ne parleremo poi; vedete bene, bisogna che mi consulti ancor col mio signore.
      - Oh! sì, sì, è giusto, troppo giusto, chè gli hai tanto obbligo; e se sapessi quel ch'egli ha fatto per te, e con che cuore... e anche il Conte e anche la Contessa e la padroncina, e poi tutti, tutti quanti; nella mia disgrazia ho avuto questa consolazione di vedere e di toccar con mano il bene che ti voglion tutti.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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