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      - No, no, - gli disse, - non vi sconciate, maestro, vorrei proprio averne uno nella forma che v'ho detto: e dove potrei mo andarlo a cercare?
      - Potete provare qui innanzi la quarta o la quinta bottega a contar dalla mia: sapete leggere?
      - No.
      - Bene, non potete fallare, e poi domandate d'Ambrogio Caimo, e tutti ve l'indicheranno: egli forse ne avrà, chè le tiene lui codeste anticaglie; se non lo trovate là, fate conto d'averne a far senza.
      - E quanto potrei pagarlo se lo trovassi?
      - Ma... a... a?... - rispose il Birago strascicando la voce, e levando le spalle; - è come a domandare quanto costa una reliquia; costa più, costa meno, secondo la divozione di chi la compra e la coscienza di chi la vende.
      - Scusatemi, se v'ho scioperato, - disse quel dalla schiavina e tirò innanzi.
      - Che razza di morione vuol egli costui? - parlò allora Lupo rattaccando il discorso coll'armaiuolo.
      - Sono morioni, - rispose il Birago, - che usavano una volta, e li portava chi volea correre una giostra, o ferire un torneo restando sconosciuto; essendo tutti d'un pezzo, non v'è pericolo che un colpo di lancia alzi la visiera e scopra il volto del combattente.
      - Ah capisco!... Or dimmi un po': il Vicario non è per anco arrivato, è vero?
      - No, si corre tuttavia la quintana; tosto ch'ei giunga, si darà principio al torneo.
      - E si fanno aspettar tanto? - tornò a domandar Lupo.
      L'armaiuolo non rispose che collo stringer della bocca crollando nello stesso tempo il capo, ma dopo un momento abbassando la voce diceva: - Vedi bene che razza di signori!


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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