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      Se fosse stato Marco! - e qui mise un lungo sospiro.
      - Oh, se fosse stato lui! - rispose il Limontino sospirando anch'egli alla sua volta.
      - Ma perchè andar via? - seguitava l'armaiuolo a voce ancor più sommessa; - qui doveva stare, doveva star qui, chè siam tutti dalla sua, e quanto alla nostra scola ve', dall'abate all'ultimo garzone saremmo andati tutti quanti nel fuoco per lui.
      - E i soldati! - rincalzava Lupo, - e la nobiltà! e poi tutti; ma chi sa che in questo suo andare non ci sia materia sotto; io per me tengo che la non sia liscia come la pare. -
      Qui il colloquio fu interrotto dalla comparsa dell'uomo dalla schiavina che tornava indietro con un morione in mano.
      - Buonuomo! quell'uomo! - gridò l'armaiuolo chiamandolo, - l'hai trovato?
      - Sì, - rispose colui avvicinandosegli, e porgendogli da esaminare l'elmo che portava sul pugno, - l'ho trovato dove mi avete detto voi.
      - Il Birago l'aperse, lo guardò minutamente di dentro e di fuori, poi disse:
      - È delle fabbriche d'Inghilterra: e quanto te l'ha fatto pagare il Caimo?
      - Indovinate un po'?
      - Otto ambrogini grossi d'argento?
      - Di più.
      - Una lira imperiale?
      - Più ancora.
      - Via, dillo dunque, dillo, mai più ch'io non ci colgo.
      - L'ho pagato due fiorini d'oro.
      - D'oro?
      - Sì, d'oro, di trenta soldi imperiali l'uno.
      - Che ladro! -, voleva dir l'armaiuolo, ma si morse la lingua, e restituendo il morione a quello sconosciuto, aggiunse: - Bisogna dire che misuri i fiorini collo staio colui che ne ha due da buttar via in codeste ciabatte da ferravecchi.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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