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      .. e... sì, anche in mezzo ai nemici tuoi, e vederli rodersi, e trionfare della loro abbiezione, questa è vita!... - Qui ridenti colli sparsi di vigne e di oliveti, qui pure splendidi cavalieri, vaghe donzelle, ricchezze, cortesia... ma tutto è muto al cuore di Marco. -
      Intanto ch'egli volgea per la mente tali pensieri, il popolo che lo vedeva ritto in piedi e fermo dietro le vetriere, si affollò sotto alla finestra gridando: - Viva Marco! Viva Marco! - Rottogli da quel frastuono il filo delle sue idee, egli rispose col chinar del capo, coll'abbassar cortese delle mani spiegate, poi si ritrasse impazientito di là, ed entrando in una camera vicina: - Stolidi! insensati! -, seguitava a dir fra sè, - temete forse che sia per mancarvi un padrone? Viva Marco! e che cosa sperate da questo Marco? e chi è egli? e che sapete voi se possa, se voglia quello che ne sperate? - Che esultanza, che tripudio! se in Lucca fu altrettanto per la vittoria d'Altopascio, bastava... Oh chi desse fede a quelle vostre grida!... un tempo mi avrebbero forse inebriato... Ormai so quanto ci corra dalla domenica dell'ulivo al venerdì santo, dall'osanna al crucifige. -
      Un paggio avvicinossi all'uscio, e venuto innanzi, poichè ne ebbe ottenuta licenza, fece un profondo inchino, e porse a Marco un fascetto di lettere, dicendo: - Dispacci di Lombardia: il corriere è giù nella sala rossa, dice d'esser uno dei vostri familiari, e che si chiama Pelagrua. - Aspetti, - rispose Marco congedando il paggio con un cenno del capo.


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Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





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