Pagina (326/484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Quanto al Conte, egli si rassegnava ad un sì duro sacrificio per potersi salvare le spalle, per potere in ogni evento rispondere a Marco ch'egli non avea mancato della sua parola, per lasciargli credere che Ottorino avesse rapita la sua figlia, ch'ella fosse scappata in compagnia di lui; insomma, per dirsene fuori in qualsivoglia modo.
      A questi termini eran condotte le cose quando ebbe luogo il dialogo tra Lodrisio e il Pelagrua, che abbiam riferito.
      Le nozze furon prefisse per dopo che fosse tolto l'assedio e quetate le faccende della guerra. Il Conte pose per condizione che s'avessero a fare segretamente; gli sposi sarebbero partiti tosto per Castelletto, un forte sul Ticino, che era posseduto da Ottorino, come abbiam già accennato; e là si sarebbero indugiati non più che il tempo necessario per gli apparecchi del viaggio di Terra Santa: Lauretta e Lupo ve li accompagnavano, ed eran contenti di correre una medesima fortuna con essoloro.
      Bice, di coraggioso e forte animo, non era spaventata dai disagi e dai rischi che stava per incontrare in un sì lungo e duro pellegrinaggio, non dall'incertezza del suo futuro stato in una terra strania e lontana: ogni stento, ogni travaglio, le sarebbe tornato dolce in compagnia del suo diletto, diviso con lui, durato per amor suo. Ma il dover abbandonare i suoi cari parenti, la dolce, l'amorosa sua madre principalmente; l'allontanarsi di tanto paese, per tanto tempo, e non averla forse mai più a vedere! La poveretta non poteva sostenere l'angoscia di sì acerbo pensiero!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Marco Visconti - Storia del Trecento cavata dalle cronache di quel tempo e raccontata da Tommaso Grossi
di Tommaso Grossi
Vallardi Editore Milano
1958 pagine 484

   





Conte Marco Ottorino Lodrisio Pelagrua Conte Castelletto Ticino Ottorino Terra Santa Lauretta Lupo